Due intressanti articoli ricostruiscono percorso e problematiche dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali.
Vedi:
" Michelangelo Caiolfa - LEPS: geografia, origine, tipologie e articolazioni - Parte 1"
" Michelangelo Caiolfa - LEPS: geografia, origine, tipologie e articolazioni - Parte 2"
"" I Livelli Essenziali fanno riferimento all’articolo 117, lettera m, della Costituzione: ‘Lo Stato ha legislazione esclusiva nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale’. Nel caso specifico i LEPS si riferiscono alla funzione fondamentale di Assistenza Sociale di cui individuano quei contenuti che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale perché legati ai diritti all’assistenza e alla tutela dei cittadini. Oltre alla essenzialità, è possibile individuare altri requisiti di base dei LEPS come l’adeguatezza (appropriatezza) e la tempestività, l’uniformità e l’omogeneità, l’efficienza e l’efficacia. Dal punto di vista delle funzioni pubbliche si potrebbe pensare che i LEP individuino una sorta di ‘parte aurea’ della funzione fondamentale a cui si riferiscono, i cui contenuti realizzativi sono necessari ed essenziali per perseguire nel concreto i diritti sociali e, di conseguenza, devono essere garantiti in modo uniforme e omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Nel caso dell’Assistenza Sociale, cercando di ricostruire i passaggi che hanno avuto a che fare con l’individuazione di questa parte aurea della funzione fondamentale, emergono di fatto due grandi radici dei LEPS.
La prima radice è universalmente nota, si tratta dei cosiddetti Livelli Essenziali di Assistenza Sociale (LivEAS) definiti all’articolo 22 della Legge 328/20001.
Il comma 2 individua nove categorie/aree assistenziali di interventi e il comma 4 prevede che siano comunque erogate cinque classi di prestazioni: a) servizio sociale professionale e segretariato sociale; b) servizio di pronto intervento sociale; c) assistenza domiciliare; d) strutture residenziali e semiresidenziali; e) centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario. Nella classica interpretazione che prese corpo durante gli anni duemila, dall’incrocio tra le nove categorie/aree assistenziali e le cinque classi di prestazioni sarebbero dovuti scaturire i campi da occupare con la determinazione dei contenuti e dei finanziamenti dei LivEAS, costruendo così la forte e omogenea struttura di base del ‘Sistema integrato di interventi e servizi sociali’.
Come tutti sappiamo, le cose non andarono in questa direzione: rispetto alle previsioni della Legge 328 occorrerà aspettare altri 17 anni per trovare nuovamente una spinta realizzativa di livello statale. La Legge Delega 33/2017 e il successivo Decreto Legislativo 147/20172, che riportano come loro oggetto principale le misure di contrasto alla povertà, attuano anche una terza delega che riguarda esplicitamente ‘il rafforzamento del coordinamento degli interventi in materia di servizi sociali, al fine di garantire in tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni, nell’ambito dei princìpi di cui alla legge 8 novembre 2000, n. 328’. Proprio in riferimento all’attuazione di questa terza delega riprende il processo di costruzione dei Piani Nazionali con i relativi Fondi strutturali, e l’utilizzo di questi strumenti per la reale attivazione di misure classificate esplicitamente come LEP Sociali.
La seconda radice dei LEPS è meno nota e fa riferimento al sistema dei cosiddetti ‘costi e fabbisogni standard’ della Legge 42/2009 ‘Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione’ e successivi nove decreti3, che stabilisce in via esclusiva i principi fondamentali del coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Il nuovo assetto dei rapporti finanziari tra lo Stato e gli Enti Locali ricerca il superamento del sistema di finanza derivata e l’attribuzione di una maggiore autonomia di entrata e di spesa alle Regioni e agli Enti Locali, nel rispetto dei principi di solidarietà e di coesione sociale. Nelle intenzioni del legislatore tale processo comporta il passaggio dal sistema dei trasferimenti fondato sulla spesa storica al sistema di attribuzione di risorse basate sull’individuazione dei fabbisogni standard, necessari a garantire il finanziamento integrale dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali.
Semplificando al massimo, nella sua ispirazione originaria il meccanismo appare abbastanza chiaro:
- A ciascun livello di governo amministrativo (Stato-Regioni-Comuni) sono attribuite delle funzioni fondamentali che devono essere necessariamente svolte.
- Ogni livello di governo amministrativo ha una capacità di entrata e di spesa adeguata a finanziare interamente la realizzazione delle funzioni fondamentali di propria competenza (a cui aggiunge un fondo di perequazione).
- In determinate funzioni lo Stato definisce dei Livelli essenziali delle prestazioni legati a diritti costituzionali.
- Fino alla determinazione dei LEP sono definiti degli obiettivi di servizio, servizi da erogare con generalità e permanenza, intesi come livelli di convergenza del sistema da realizzare nell’ambito del complessivo equilibrio della finanza pubblica. ""