Il 3 gennaio 2019 è stato pubblicato dall’ISTAT l’ultimo report relativo all’ Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli o associati concernente l’anno 2016.
L’indagine, che viene realizzata a cadenza annuale, si propone di monitorare le risorse impiegate e i servizi e gli interventi sociali attivati a livello locale. La complessità delle informazioni da raccogliere, nonché delle fasi di controllo, correzione e validazione dei dati, comportano, come evidenziato nella nota metodologica dell’ISTAT, tempi piuttosto lunghi. (Fonte:http://www.condicio.it ).
Nel 2016 la spesa dei Comuni per i servizi sociali ammonta a circa 7 miliardi e 56 milioni di euro, pari allo 0,4% del Pil nazionale. Rispetto all’anno precedente si registra un incremento del 2%.
Prosegue la ripresa iniziata nel 2014 che,dopo il calo registrato nel triennio 2011-2013, ha riportato gradualmente la spesa sociale quasi ai livelli precedenti la crisi economica e finanziaria.
Per ciascun residente i Comuni hanno speso in media 116 euro nel 2016, contro i 114 del 2015.
A livello territoriale le disparità sono sempre elevatissime: si passa dai 22 euro della Calabria ai 517 della Provincia Autonoma di Bolzano
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Al Sud, in cui risiede il 23% della popolazione, si spende solo il 10% delle risorse destinate ai servizi socio-assistenziali
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La principale fonte finanziaria dei servizi sociali proviene da risorse proprie dei comuni e dalle varie forme associative fra comuni limitrofi (61,8%).
Al secondo posto vi sono i fondi regionali per le politiche sociali, che coprono un ulteriore 17,8% della spesa complessiva.
Il 16,4% della spesa è finanziata da fondi statali o dell’Unione europea.